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Giorno del Ricordo 2018, il discorso del sindaco Alice Parma

Le iniziative proseguono alla Baldini giovedì 15 febbraio alle ore 21 con l’incontro “Guerra e violenza al confine orientale italiano 1918-1954”

Ringrazio le persone presenti qui questa mattina per un momento commemorativo che abbiamo voluto dedicare – raccogliendo l’invito del Consiglio comunale – alla tragedia degli italiani nell'esodo giuliano-dalmata e alle vittime delle foibe. Un indirizzo che arriva, come forse non tutti sanno, anche dalla legge 92 del 30 marzo 2004, che ha istituito il Giorno del Ricordo il 10 febbraio di ogni anno – nell’anniversario dei Trattati di Parigi – proprio per conservare e rinnovare la memoria delle vicende storiche del confine orientale.

Come amministrazione comunale, su questa ricorrenza istituzionale ci stiamo strutturando un po’ alla volta, andando ad aggiungere ogni anno un nuovo tassello. Oggi siamo qui per osservare insieme un minuto di raccoglimento, mentre nei prossimi giorni avremo la possibilità di approfondire.

Questo perché la memoria passa, prima di tutto, da una conoscenza diffusa e chiara degli eventi storici. È per questo che, dopo il momento simbolico con cui lo scorso anno abbiamo inaugurato questa targa, per il 2018 abbiamo pensato a un incontro divulgativo con un esperto di alto profilo. Il professor Franco Cecotti, storico e ricercatore con all’attivo numerose pubblicazioni – molte delle quali dedicate proprio alle vicende del confine orientale – sarà con noi giovedì prossimo alla Baldini, un appuntamento speciale nel calendario dei Giovedì della Biblioteca. Un incontro al quale invito tutti a prendere parte allo stesso modo in cui siete qui oggi, segnando un passaggio quanto mai necessario dalla memoria alla conoscenza, e viceversa. Un passaggio simbolico oltre che di contenuto, visto che ora siamo in un museo – un luogo di memoria – e giovedì ci ritroveremo in biblioteca, spazio dedicato alla conoscenza.

Ritengo questo punto fondamentale se vogliamo che la nostra diventi una memoria attiva, perché la conoscenza è l’unico strumento in grado di produrre consapevolezza: lo vediamo quando si tratta di eventi storici, ma lo stesso vale anche per l’attualità, sulla quale la stessa biblioteca sta portando avanti un percorso d’incontri con giornalisti sui temi più urgenti della contemporaneità.

Prima di proseguire oltre vorrei quindi ringraziare i nostri istituti culturali, che oltre a essere un presidio insostituibile di uguaglianza sociale attraverso un’offerta culturale aperta a tutti, ci aiutano in giornate come queste a costruire momenti di approfondimento reale e significativo per la cittadinanza. Perché la consapevolezza è necessaria per non ripetere più gli stessi errori, per far sì che i confini non diventino motivo di odio tra i popoli, che le differenze etniche, linguistiche, politiche non siano più fonte di discriminazione, in un momento in cui il dibattito politico registra toni profondamente avvelenati.

Il tema dei confini oggi è più attuale che mai, e vicende storiche come quelle del confine orientale devono aver la capacità di farci riflettere su quello che accade intorno a noi, oltre a offrire l’occasione per ricordarci quello che è stato. Se vogliamo che giornate come questa non si riducano semplicemente a un ricordo del passato, è nostro dovere morale impedire che vicende simili accadano di nuovo. Le repressioni, l'esodo di massa delle popolazioni dalla Venezia Giulia e la tragedia delle foibe sono un monito contro qualunque estremismo, contro l’intolleranza di ideologie politiche le quali, contrapponendosi, hanno prodotto gli esiti più nefasti sulla pelle degli esseri umani. Per questo, vi chiedo di osservare insieme a me un minuto di raccoglimento per la tragedia degli italiani nell'esodo giuliano-dalmata e le vittime delle foibe.

Il programma delle iniziative per le celebrazioni del Giorno del Ricordo 2018