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Giorno del Ricordo, domenica 10 febbraio al Musas incontro con il testimone Remo Calcich

Alle ore 16 dialogo con Francesco Succi e Luciano Natalini a partire dal volume “Requiem per il popolo istriano”

Anche quest’anno, in occasione del Giorno del Ricordo, l’Amministrazione comunale organizza un momento di riflessione aperto alla cittadinanza in collaborazione con istituti culturali, enti pubblici e associazioni del territorio. La ricorrenza, istituita dalla Repubblica italiana con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, intende conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani nell'esodo giuliano-dalmata, delle vittime delle foibe e delle vicende storiche del confine orientale.

Domenica 10 febbraio alle ore 16 si svolgerà dunque presso il Museo Storico Archeologico di Santarcangelo un incontro con il testimone dell'esodo giuliano-dalmata Remo Calcich, che a partire dal suo ultimo volume “Requiem per il popolo istriano” (2017) dialogherà con il professor Francesco Succi dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea della Provincia di Rimini e con Luciano Natalini, esperto di relazioni inter-adriatiche e di questioni europee.

In apertura dell’incontro, il sindaco Alice Parma deporrà una corona d’alloro alla targa inaugurata nel 2017 al Musas, chiedendo ai presenti di osservare un minuto di raccoglimento. Nei giorni precedenti e successivi la ricorrenza, inoltre, la biblioteca Baldini proporrà in esposizione la consueta selezione di libri dedicata alle vicende del confine orientale.

“Dopo l’avvio delle iniziative nel 2017 e l’incontro di approfondimento storico del 2018 – dichiara il sindaco e assessore alla Cultura, Alice Parma – quest’anno abbiamo la fortuna di ospitare un testimone oculare dell’esodo giuliano-dalmata, che ci permetterà di conoscere più da vicino questa pagina drammatica della storia italiana. Mantenendo alto il livello dei relatori presenti, grazie anche alla fondamentale collaborazione dell’Istituto storici di Rimini, proseguiamo idealmente un percorso che ci ha portati ad esaminare lo scorso anno i fatti accaduti sul confine orientale italiano durante e immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, concentrandoci ora sugli sviluppi successivi a partire appunto dall’esodo. Ringrazio fin d’ora Remo Calcich – conclude il sindaco – che non mancherà di offrire ai presenti una testimonianza significativa, avendo vissuto queste vicende in prima persona”.

Le iniziative per il Giorno del Ricordo sono organizzate dall'Amministrazione comunale in collaborazione con gli istituti culturali di Santarcangelo (biblioteca Baldini e Musei comunali) e l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea della Provincia di Rimini con il coordinamento del Comitato cittadino antifascista.

Remo Calcich – Nato a Pola nel 1940 da padre istro-veneto e madre daco-rumena, il 18 agosto 1946 scampa alla strage di Vergarolla. Nel 1947 con metà della sua famiglia si imbarca con il “Toscana” e parte da Pola per l’esodo: vivrà parte della sua adolescenza nei campi profughi di Brindisi e Capua. Completati gli studi universitari, dal 1968 si dedica alle vicende istriane, diventando un esperto tra i più accreditati della realtà balcanica. Dalla prima metà degli anni novanta partecipa da protagonista all'elaborazione dei progetti europei di collaborazione culturale ed economica inter-adriatica. Nel 2014 pubblica il suo romanzo d'esordio “Italiano con la coda”, mentre nel 2016 esce “Un pugliese nel mondo. Good morning Londra”. Nel 2017 pubblica “Requiem per il popolo istriano” per ricordare il “genocidio” del popolo istriano in occasione del 70° anniversario dell'esodo da Pola del 1947.

Requiem per il popolo istriano – Fra le vittime del secondo conflitto mondiale e del “secolo breve” vanno annoverate le genti istriane. Nell'articolo 19 del trattato di Parigi del 1946 si stabilisce che “per coloro che vivono nei territori ceduti alla Jugoslavia la cui lingua usuale è l'italiano abbiano facoltà di optare per la cittadinanza italiana entro il termine di un anno dall'entrata in vigore di questo trattato”. Sarà questa clausola a determinare la scelta dell'esodo e il destino delle popolazioni giuliano-dalmate: il numero degli esuli dal territorio giuliano, stabilito dalle associazioni giuliano-dalmate, risulterà di circa 300/350 mila unità.