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La risposta dell’Amministrazione comunale a Confesercenti

Le scelte contenute nel Poc frutto di un confronto con la città durato tre anni per una progettualità di lungo respiro. Rinnovare la rete commerciale per rispondere a una domanda che oggi si rivolge altrove

Cosa porta la Confesercenti locale a criticare adesso le scelte contenute nel Poc 1 approvato in via definitiva dal Consiglio comunale nell’agosto del 2017, al termine di un iter durato quasi tre anni? Tre anni nel corso dei quali il confronto sulle linee guida del Piano operativo comunale presentate in Consiglio comunale nel novembre del 2014 si è sviluppato attraverso un percorso partecipato fatto di incontri e presentazioni pubbliche, dibattiti e passaggi istituzionali, nonché con la produzione di svariati materiali informativi, compresi un sito internet dedicato e una mostra allestita sotto il porticato del municipio.

Santarcangelo può davvero pensare di affrontare i prossimi dieci anni con una struttura commerciale come quella attuale dove, specialmente nel settore alimentare, buona parte della cosiddetta “spesa grossa” avviene al di fuori dei confini comunali? Non a caso il rinnovo della rete commerciale costituiva uno dei cinque punti cardine del Poc1: niente ipermercati o gallerie commerciali a conferma delle scelte fatte in precedenza, ma nuove strutture di piccole/medie dimensioni da 250 fino a un massimo di 1.500 metri quadrati per dare risposta a una domanda che porta una fetta consistente di residenti a fare acquisti fuori Santarcangelo.

Le nuove strutture potranno trovare posto in siti abbandonati o fabbriche dismesse attraverso interventi di rigenerazione urbana a cui l’Amministrazione ha dato priorità e organicità grazie a un disegno urbanistico complessivo capace di conciliare l’intervento dei privati e il ritorno per la parte pubblica. Non a caso, i primi accordi sottoscritti riguardano proprio due aree limitrofe al centro che si affacciano sulla via Emilia Ovest, uno dei due ingressi di Santarcangelo dalla statale. Questi interventi (l’ampliamento dello stabilimento Italpack e la riconversione dell’ex concessionaria Adriauto) contribuiranno in maniera determinante a creare le condizioni per riqualificare la via Emilia con piste ciclabili e una rotatoria all’altezza del nuovo ingresso al cimitero, proprio come auspica Confesercenti. Collocare le nuove strutture per il commercio e l’artigianato lungo la via Emilia (parliamo di locali di almeno 250 metri quadrati che non è possibile reperire nel centro storico), significa portare un pubblico – in parte sicuramente nuovo, vista la quantità di passaggi che si registrano sulla statale – a ridosso del centro storico, alle sue funzioni, ai suoi servizi e al suo commercio, ampliandone di fatto le potenzialità. Ma significa anche valorizzare un asse strategico per lo sviluppo di Santarcangelo grazie a un potenziale che può costituire un’importante occasione di lavoro, di occupazione e quindi di nuova ricchezza.

La sfida, in un momento di grandi trasformazioni, non può essere quella di ingessare una realtà con una difesa aprioristica che rischia di premiare le posizioni di rendita. La ricerca di Unioncamere presentata il 23 marzo scorso ha rilevato che le attività e le imprese santarcangiolesi che hanno reagito meglio alla crisi economica sono quelle che hanno saputo investire e innovare. Queste indicazioni – che sicuramente valgono anche per il commercio – hanno trovato una sponda nell’Amministrazione comunale con l’approvazione della variante al Rue. Un provvedimento che ha semplificato le procedure e facilitato i cambi di destinazione d’uso, azzerando i costi a carico delle imprese commerciali e artigianali, a cui si sono aggiunti incentivi per l’apertura di nuovi esercizi di vicinato nelle frazioni, fondi per sostenere le attività in difficoltà economica e la valorizzazione dei prodotti locali sia nell’ambito delle fiere che in strutture come la storica pescheria comunale. In sostanza, un insieme di azioni adottate per reagire alla crisi e ai cambiamenti di questi anni, dettati innanzitutto dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e dalle nuove forme di commercio online.

Quanto al nuovo regolamento – non ancora approvato – per dehor, tende esterne e arredo urbano, il confronto con le organizzazioni di categoria è stato ampio e positivo. D’altra parte – come sottolinea anche Confesercenti – la nuova regolamentazione, frutto tra l’altro di una serie di indicazioni della Soprintendenza, si è resa necessaria per valorizzare l’aspetto architettonico della parte commerciale del centro storico. In ogni caso le nuove disposizioni entreranno in vigore gradualmente, in diversi casi in seguito alla sostituzione per usura dei materiali, e pertanto senza aggravio di spese per le diverse attività.

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pubblicato il 2018/06/26 12:55:14 GMT+1 ultima modifica 2018-10-15T16:08:04+01:00