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Rapporto sull’economia, la competitività di Santarcangelo nella relazione virtuosa tra imprese, cittadini e amministrazione locale

"Cartoline sul futuro": dallo studio di Unioncamere il ritratto di una città giovane, dinamica e resiliente. Il sindaco: “I valori della nostra comunità fanno di Santarcangelo la soul valley”

Una realtà più giovane e dinamica, dove la percentuale di imprese che hanno scelto di contrastare la crisi economica seguendo percorsi di innovazione e internazionalizzazione è un po’ più alta rispetto al resto della provincia e della regione. Sono questi alcuni dei primi elementi che emergono dal rapporto sull’economia e sul posizionamento competitivo di Santarcangelo, realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e presentato nel pomeriggio di ieri (giovedì 24 maggio) dal direttore del Centro studi, Guido Caselli. Dal punto di vista dell’andamento demografico, Santarcangelo differisce dalla media regionale per struttura ed evoluzione: popolazione più giovane e in crescita soprattutto per l’arrivo di nuovi cittadini, prevalentemente non dall’estero ma da altre parti d’Italia. Un’attrattività riscontrabile non solo nei decenni passati, ma “ancora più evidente se si considerano gli ultimi sei anni. A livello regionale è proseguito il fenomeno che vede lasciare le aree più periferiche per concentrarsi nei comuni che si snodano lungo la via Emilia, da Piacenza a Rimini. Con una crescita del 6,4 per cento, Santarcangelo è il settimo comune della regione (su 331) per crescita; in Provincia di Rimini solo il comune capoluogo (6,6) e Misano (7,6) hanno fatto meglio”. Con oltre 22mila abitanti, Santarcangelo è la 32esima città più grande della regione, la 455esima a livello nazionale (su 7.960 comuni). Esaminando invece la struttura della popolazione emerge che questa è mediamente più giovane (101esimo posto in regione), con una quota di stranieri dell’8,5 per cento, nettamente inferiore alla media provinciale (10,7) e regionale (11,9). In sostanza, la popolazione di Santarcangelo cresce, ma il ricambio assicurato da chi arriva da fuori fa sì che l’età media si mantenga più bassa che altrove in Regione.

Quanto agli indicatori di ricchezza, il reddito medio dei santarcangiolesi nel 2016 è stato di poco inferiore ai 19.800 euro, leggermente superiore alla media provinciale (di 250 euro), ma inferiore alla media regionale. Da rilevare tuttavia che “l’indicatore che misura il grado di diseguaglianza nella distribuzione dei redditi è inferiore sia a quello medio della provincia che a quello regionale, a evidenziare una distribuzione meno sperequata rispetto alle altre realtà”. Quanto invece al valore dei depositi bancari – altro indicatore di ricchezza – il rapporto sottolinea come i “depositi dei santarcangiolesi stiano crescendo a un ritmo superiore alla media provinciale e regionale”, mentre se si analizza la ricchezza del territorio attraverso il valore aggiungo creato dal sistema produttivo locale, le stime del Centro studi di Unioncamere dicono che quello di Santarcangelo ammonta a 531 milioni di euro (46esimo comune in regione). In definitiva, se da un lato la ricchezza per abitante è inferiore alla media regionale, dall’altro si segnala una crescita della ricchezza pro capite più robusta, accompagnata da una distribuzione dei redditi più omogenea rispetto ad altri territori.

Rispetto alla struttura economica, “il valore aggiunto di Santarcangelo è per quasi tre quarti realizzato dal settore terziario (74,3%), una percentuale che si colloca a metà strada tra quella più elevata della provincia di Rimini (79,9%) e quella più bassa rappresentata dalla media regionale (67,1). Santarcangelo è un po’ più manifatturiera (18%) rispetto alla provincia (14,7%), ma molto meno rispetto alla regione (26,3%), e presenta un’incidenza sul valore aggiunto del comparto agricolo e di quello delle costruzioni più elevato rispetto alla media dell’Emilia-Romagna”. Secondo i dati del Registro delle imprese, le unità locali attive nel 2017 a Santarcangelo sono state 2.562, mentre gli addetti registrati dall’Inps sono risultati 7.911. Nell’ultimo anno solo 88 comuni della regione hanno aumentato il numero di unità locali e Santarcangelo è fra questi, collocandosi al 57mo posto. Il dinamismo imprenditoriale che anima Santarcangelo si desume anche dal fatto che sono presenti 11,5 attività ogni cento abitanti, un valore inferiore a quello provinciale ma superiore a quello regionale. Segnali positivi arrivano anche dall’occupazione: la crescita di Santarcangelo (centesima in regione per variazione dell’occupazione) è apprezzabile, considerando che nel 2017 rispetto all’anno precedente gli addetti sono aumentati del 6,1 per cento. Risultato determinato dalla forte crescita dell’industria, del terziario e dalla ripresa delle costruzioni, incrementi che hanno compensato la lieve flessione del comparto agricolo. All’interno del terziario, con 747 attività e quasi 1.800 addetti il commercio ha aumentato unità locali e occupazione. Vi sono infine settori che escono dalla crisi economica irrobustiti nel numero delle imprese e nell’occupazione: su tutti il comparto della sanità e dell’assistenza sociale, ma anche quelli riferiti all’alloggio e alla ristorazione, i servizi alla persona (con un forte incremento delle attività legate a cultura, sport e intrattenimento) e la filiera della moda. Santarcangelo si posiziona inoltre fra le prime cento città della regione per la filiera dell’information e communication technology (quinta posizione), dodicesima nei servizi alle imprese (prima in Romagna), 26esima per quanto riguarda il commercio (sesta in Romagna) e al 96esimo posto per il settore della moda.

Gli indicatori della competitività delle imprese e del sistema territoriale dicono innanzitutto che Santarcangelo si differenzia dal resto della provincia e dell’Emilia-Romagna per la percentuale di imprese resilienti, vale a dire quelle società che hanno ripreso a crescere sia in termini di addetti che di fatturato. A Santarcangelo le resilienti valgono il 46 per cento del totale, Rimini e la regione si fermano rispettivamente al 37 e al 36 per cento. Il direttore del Centro studi di Unioncamere ha quindi spiegato che la maggiore proattività di Santarcangelo va letta nel dato delle imprese interventiste, cioè quelle che hanno scelto di contrastare la congiuntura negativa seguendo percorsi di innovazione e di internazionalizzazione. Quest’ultimo dato, in particolare, tiene conto sia del grado di attrattività del territorio in termini di capacità di accogliere investimenti provenienti dall’estero, sia della presenza strutturata delle imprese locali fuori dai confini italiani, attraverso acquisizioni di partecipazioni di controllo. Fra i fattori di competitività rientra anche il turismo, con 81 imprese presenti sul territorio che occupano oltre 300 addetti, anche se in questo caso leggere il dato di Santarcangelo non è semplice per la vicinanza di Rimini e della costa.

I numeri di Santarcangelo – spiega in conclusione il rapporto di Unioncamere – raccontano di imprese leader capaci di orientare un gran numero di aziende di minori dimensioni; di un sistema economico che si apre all’estero e innova senza recidere le radici territoriali; di un benessere economico diffuso – benché i dati di ricchezza siano inferiori alla media regionale – e di un rapporto virtuoso tra imprese, cittadini e amministrazione locale. “Ciò che differenzia Santarcangelo dagli altri sistemi locali – afferma Caselli – è attribuibile a un patrimonio proprio del territorio, che non sappiamo scomporre con precisione chirurgica nelle sue parti elementari. Un patrimonio la cui proprietà è diffusa, composita, identificabile con il territorio stesso”.

In apertura dei lavori il vicesindaco Emanuele Zangoli aveva spiegato le ragioni che hanno portato l’amministrazione comunale a interrogarsi sullo stato di salute dell’economia santarcangiolese dopo la grave crisi economica. Di qui l’intenzione di promuovere una mirata serie di studi sullo stato dell’economia e sul benessere del nostro territorio, a partire dallo studio di Unioncamere per poi analizzare – attraverso studi specifici – anche altri due ambiti: quello turistico e il terzo settore. “A dieci anni di distanza dalle conferenze del 2008 e dopo essersi dotata di importanti strumenti urbanistici – ha in sostanza affermato Zangoli – la città di Santarcangelo è chiamata nuovamente a riflettere sugli scenari futuri”.

Dopo l’intervento di saluto del presidente della Camera di Commercio della Romagna, Fabrizio Moretti, e l’esposizione del rapporto sull’economia illustrato da Guido Caselli, i lavori sono proseguiti con la tavola rotonda “La città attrattiva: la parola alle imprese”, condotta dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Filippo Sacchetti, che ha ricordato in apertura l’azione messa in campo dall’amministrazione comunale con la Variante al Regolamento urbanistico edilizio e l’approvazione del Piano operativo comunale. Particolarmente significative le testimonianze di quattro imprenditori che hanno trovato risposta alle rispettive esigenze di sviluppo negli strumenti urbanistici messi a punto dall’amministrazione comunale: Claudio Coli della società Il Melograno (prodotti ortofrutta bio) che si è insediata nello stabilimento della ex cartiera; Matteo Fontana della Italpack (linee automatiche di confezionamento), società che ha firmato il primo accordo del Poc per un consistente ampliamento sulla via Emilia; Roberto Fabbri della Società Agricola Fabbri (produzione e commercializzazione frutta), che di recente ha presentato un progetto di sviluppo aziendale approvato dal Consiglio comunale; Ettore Valzania della Cooperativa Sociale Fratelli è Possibile, che ha sottolineato l’importanza delle modifiche apportate al Rue per il rilancio dell’edilizia, riferita soprattutto al recupero e alle ristrutturazioni.

Nel suo intervento conclusivo, il sindaco Alice Parma ha sottolineato come la competitività e l’attrattività siano caratteristiche di un sistema territoriale nel suo insieme, da costruire in modo condiviso. Di qui l’importanza di un coordinamento ancora più efficace e di una miglior conoscenza reciproca tra tutti i soggetti attivi sul territorio: amministrazione, imprese, associazioni, sindacati e cittadini. “I valori alla base della comunità e il nostro modo di stare insieme – ha detto in sostanza il sindaco – sono ciò che contraddistingue Santarcangelo. E nell’epoca dei brand, in cui anche i territori devono diventare marchi riconoscibili per competere sui mercati internazionali, mentre nel resto della regione troviamo motor valley, food valley e tanto altro ancora, forse possiamo definire la Valmarecchia – e Santarcangelo con essa – soul valley”.

 

Il documento completo: Rapporto sull'economia | Santarcangelo di Romagna. Posizionamento competitivo e scenari futuri - Studio di Guido Caselli

  Le testimonianze di alcuni imprenditori del territorio:

 

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Il servizio dedicato all'incontro andato in onda su Icaro TV:

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pubblicato il 2018/05/25 13:50:00 GMT+1 ultima modifica 2019-07-29T09:48:04+01:00