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Pietro Bartolo, Lavatoio gremito per la testimonianza del medico di Lampedusa

Eron dona all’isola la sua opera “Lampedusa european champion”

Standing ovation per Pietro Bartolo al teatro il Lavatoio: al termine dell’incontro di ieri sera (venerdì 22 febbraio) il pubblico visibilmente commosso si è letteralmente alzato in piedi per ringraziare il medico di Lampedusa per la sua straordinaria testimonianza. Quello con Bartolo è stato infatti un incontro molto sentito e partecipato, in un teatro gremito di spettatori che hanno ascoltato con trasporto l’esperienza del medico che da oltre 30 anni lavora in prima linea per l’accoglienza ai migranti che sbarcano a Lampedusa.

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La serata si è aperta con il saluto del sindaco Alice Parma che ha ringraziato Bartolo per la sua presenza e sottolineato l’importanza di questi momenti di riflessione e approfondimento su tematiche così attuali, sentite e dibattute. Dopo l’introduzione di Maurizio Zaccaro, che ha raccontato di aver conosciuto il medico mentre girava alcune riprese del suo film “Lacrime di sale”, Pietro Bartolo ha parlato della sua esperienza trentennale di prima accoglienza dei migranti che sbarcano a Lampedusa, esperienza che ha raccontato nei libri “Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi” (2018) e “Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza” (2016), scritto assieme a Lidia Tilotta.

Nel corso degli anni il medico ha effettuato oltre 350mila visite, constatato circa 1.000 decessi (più di qualsiasi altro medico al mondo) e vissuto in prima persona le storie e i drammi dei tantissimi migranti – uomini, donne e bambini anche appena nati – che sono arrivati sulla piccola isola siciliana da ogni parte del Mediterraneo. Con sentimento e passione, Bartolo ha quindi ripercorso queste esperienze anche attraverso immagini, spesso crude e sconvolgenti, che parlano di disperazione, dolore, abusi, violenze, morte ma anche di vita, sopravvivenza e speranza. Ha raccontato fatti e storie conosciute solo da chi le ha vissute in prima persona (soccorritori, medici, ecc.) che più di una volta hanno commosso i partecipanti. Ma quella di Bartolo non è stata solo una testimonianza fine a se stessa seppur significativa, il medico ha infatti sottolineato più e più volte l’importanza di dare dignità alle persone – che siano migranti, clochard, italiani, stranieri poco importa – e di riconoscerle e valorizzarle come esseri umani. Vedere l’altro non come un nemico, un invasore o un problema ma come un essere umano, degno di vivere la propria vita e di sviluppare la propria esistenza: questo è il principale risultato che Bartolo si augura per la società attuale, che ha perso la via maestra.

A conclusione dell’incontro, il sindaco Alice Parma ha consegnato al medico, e all’isola di Lampedusa, l’opera di Eron intitolata appunto “Lampedusa european champion”, che l’artista ha deciso di donare a Pietro Bartolo in segno di riconoscenza del suo operato. “Con la collaborazione del Comune di Santarcangelo, l’opera sarà spedita a Lampedusa nei prossimi giorni per essere eventualmente collocata in uno spazio istituzionale dell’isola – ha affermato il sindaco Alice Parma – a testimonianza della vicinanza di Eron e della città di Santarcangelo a Pietro Bartolo e all’isola di Lampedusa”. “Spesso non è facile per le istituzioni fare incontri su temi così dibattuti e sensibili, ma ritengo sia doveroso offrire un’opportunità di conoscenza, approfondimento e riflessione attraverso occasioni dalle quali si possa uscire più ricchi e consapevoli”.

“Lampedusa european champion” è stata realizzata nel 2016, in occasione di una mostra a Milano, da Eron che, dopo aver visto il documentario “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, si è lasciato ispirare dalle immagini e dall’umanità di Pietro Bartolo. Poco prima della mostra, vedendo apparire ovunque l’immagine della coppa del campionato europeo di calcio, Eron ha pensato che sarebbe stata una buona idea quella di spostare l’attenzione sui veri campioni d’Europa: Pietro Bartolo e l’isola di Lampedusa. Seguendo questa intuizione, l’artista ha riprodotto la coppa del campionato di calcio, modificato le incisioni con la scritta “Lampedusa european champion” e sostituito lo stemma con un salvagente. La coppa è diventata quindi una sorta di anfora arrugginita dal mare, la cui ruggine, colando sulla superficie colando sul basamento che la sorregge, crea il ritratto del medico di Lampedusa. Dopo essere stata esposta alla Wunderkammern Gallery di Milano nel 2016 e Al Museo Storico Archeologico di Santarcangelo per circa un anno, l’opera partirà quindi alla volta di Lampedusa.

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pubblicato il 2019/02/23 13:30:00 GMT+1 ultima modifica 2019-02-23T13:33:55+01:00