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Venerdì 22 febbraio l’incontro con Pietro Bartolo al Lavatoio

Alle ore 17,30 il medico di Lampedusa dialogherà con il regista Maurizio Zaccaro a partire dai suoi libri “Lacrime di sale” e “Le stelle di Lampedusa”

Venerdì 22 febbraio alle ore 17,30 Pietro Bartolo racconterà la sua attività di medico per i migranti che sbarcano a Lampedusa in dialogo con il regista Maurizio Zaccaro. L’incontro, inizialmente previsto in biblioteca Baldini, si svolgerà invece al teatro Lavatoio per poter accogliere un maggior numero di spettatori: l’iniziativa, infatti, è a ingresso libero fino a esaurimento posti.

Responsabile del servizio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa, Bartolo parlerà della sua esperienza a partire dai libri – entrambi pubblicati da Mondadori – “Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi” (2018) e “Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza” (2016), scritto assieme a Lidia Tilotta.

 

Pietro Bartolo – Medico, dal 1991 si occupa del poliambulatorio di Lampedusa. Da sempre in prima linea nel soccorso ai migranti, si è meritato numerose onorificenze, tra cui il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premio Sérgio Vieira de Mello (Cracovia 2015) e il premio Don Beppe Diana. È uno dei protagonisti di “Fuocoammare” (Orso d’oro 2016) di Gianfranco Rosi.

Le stelle di Lampedusa – Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva una creatura così piccola, da sola, in una nave piena di naufraghi disperati? Di solito, ragionò, i bambini di quell’età arrivano qui in Italia accompagnati dai genitori, o da un amico di famiglia o da qualche altro adulto conosciuto lungo il viaggio. Allo stupore di quel primo istante seguì una certezza: l’arrivo a Lampedusa per Anila non era la fine di un lungo viaggio ma solo una tappa intermedia, un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma “da qualche parte in Europa” e salvarla. Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla non meno malefica burocrazia occidentale, ma soprattutto dai suoi stessi sensi di colpa. Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi neri e profondissimi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini che negli anni sono arrivati – da soli – sulle coste italiane: la miseria di Agades, la traversata del deserto, gli orrori delle carceri libiche, il terrore del naufragio nelle acque gelide di un Mediterraneo invernale e ostile. A metà strada esatta tra un romanzo di formazione e un documentario, queste pagine ci permettono di toccare con mano, di scoprire in prima persona che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’“allarme immigrazione”, quello che troviamo rilanciato negli slogan più beceri di questo medioevo permanente in cui la politica ci ha catapultati. Un libro per capire l’importanza di essere testimoni. Perché, alla fine, l’unico pericolo che corre davvero la nostra civiltà davanti al tumultuoso flusso migratorio di quest’epoca è quello dell’incomprensione e della stupidità.

Lacrime di sale – Pietro Bartolo è il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa. Li accoglie, li cura e, soprattutto, li ascolta. Queste pagine raccontano la sua storia: la storia di un ragazzo mingherlino e timido, cresciuto in una famiglia di pescatori, che si è duramente battuto per cambiare il proprio destino e quello della sua isola. Alla sua storia si intrecciano quelle disperate e struggenti di alcuni dei tanti migranti che ha incontrato, protagonisti della più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.

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pubblicato il 2019/02/16 14:25:00 GMT+2 ultima modifica 2019-02-16T14:44:18+02:00