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Tarlo asiatico, come combatterlo

Tutte le informazioni utili e i riferimenti

Anoplophora chinensis – comunemente chiamato “tarlo cinese” o “cerambicide dalle lunghe antenne” - è un grosso coleottero che  vive a spese del legno e può attaccare piante di specie diverse, soprattutto arboree latifoglie, nelle quali scava  profonde gallerie alla base del tronco e nelle radici che fanno deperire la pianta e ne possono causare lo schianto e la morte.
Per prevenire i danni ambientali che questo parassita potrebbe causare se venisse introdotto in Emilia-Romagna, il Servizio fitosanitario regionale ha avviato una campagna di informazione ai cittadini affinché segnalino tempestivamente eventuali avvistamenti dell’insetto.

Questo parassita - dalle dimensioni che raggiungono i 35 mm nelle femmine - ha una livrea nera macchiettata di bianco e lunghe antenne a bande bianco e nere. Può danneggiare alberi e arbusti molto comuni nei nostri ambienti, tra i quali aceri, ippocastani, betulle, faggi, noccioli, platani, querce. In Lombardia ha già provocato danni per milioni di euro, e una recente segnalazione del parassita in Lazio fa temere il rischio di una sua introduzione anche in Emilia-Romagna. Il tarlo asiatico, oltre che per diffusione naturale, può espandersi a grande distanza attraverso i mezzi di trasporto.

“E’ necessario che ci sia l’impegno da parte di tutti, amministrazioni pubbliche e cittadini, perchè venga posta la massima attenzione a questa nuova emergenza che può coinvolgere anche la nostra regione, con un impatto negativo sulle aree verdi e non solo”. Lo ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, ricordando che il parassita può colpire anche le piante da frutto, come accade in Cina e negli altri paesi asiatici, dove è largamente diffuso. La specie è dichiarata da quarantena nell’Unione europea, e in Italia è in vigore un decreto di lotta obbligatoria emanato nel 2007. L’unico rimedio per evitare che il tarlo asiatico si insedi stabilmente nei nostri ambienti è la tempestiva eliminazione e distruzione delle piante infestate, apparato radicale compreso.

Cosa fare

In tutto il territorio nazionale è in vigore dal novembre 2007 il decreto di lotta obbligatoria contro il tarlo asiatico. Se vengono trovati adulti di tarlo asiatico o piante con sintomi di attacco è obbligatoria la segnalazione al Servizio fitosanitario. La tempestività degli interventi è fondamentale per evitare che questo parassita si diffonda in Emilia-Romagna, con grave danno per l'ambiente.

Come riconoscerlo

I maschi adulti superano i 25 mm di lunghezza e hanno antenne lunghe due volte il corpo, le femmine sono poco più grandi (35 mm) e hanno antenne poco più lunghe del corpo.
La pianta attaccata dal tarlo asiatico si riconosce per i mucchietti di segatura e i grossi fori di sfarfallamento visibili alla base del fusto. Le piante che hanno questi sintomi possono presentare anche scortecciature sui rametti provocate dagli adulti.

Dove rivolgersi

Servizio fitosanitario regionale

Bologna - tel. 051/4159221-222-244 - omp1@regione.emilia-romagna.it
Cesena - tel. 054/729643 - fitosancesena@regione.emilia-romagna.it
Ravenna - tel. 0544/421523 - fitosanravenna@regione.emilia-romagna.it
Ferrara - tel. 0532/902516 - fitosanferrara@regione.emilia-romagna.it

Consorzi fitosanitari provinciali

Modena - tel. 059/243107 - info@consorziofito.mo.it
Reggio Emilia - tel. 0522/271380 - info@fitosanitario.re.it
Parma - tel. 0521/292910 - fitosanparma@regione.emilia-romagna.it
Piacenza - tel. 0523/571245 - fitosanpiacenza@regione.emilia-romagna.it

Ulteriori informazioni

www.ermesagricoltura.it

Allegati

Qui sotto sono disponibili informazioni e approfondimenti.