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Cristina dolce sindaco

L'articolo uscito su Tuttosantarcangelo del 1996 in ricordo della scomparsa di Cristina Garattoni

di Rita Giannini

 

Ripubblichiamo l'articolo uscito su Tuttosantarcangelo del 1996 in ricordo di Cristina Garattoni a dieci anni dalla sua scomparsa.

 

Sono passati quattro mesi da quella sera di luglio in cui, in mezzo ai colori e ai suoni leggeri e festosi del teatro, che apriva con devozione i sipari sulla città, pronta ad accogliere il suo Festival, una ragazza minuta e riservata, dolce nello sguardo e nei gesti, ha avvertito un fremito. Seduta nel bar di Piazza Ganganelli, quel caffè che raccoglieva il suo oziare riflessivo e pacato, Cristina improvvisamente ha sentito forte su di sé l'arrivo del dolore. Un dolore fisico, insopportabile e atroce, che l'ha ferita nel corpo e nel pensiero. Di corsa l'arrivo in ospe-dale ma ogni sua resistenza alla malattia era ormai vinta. Dopo due giorni Cristina ha dato l'addio definitivo alla sua città e alla sua gente. E proprio la sua gente, i suoi concittadini l'hanno accompaganata in tanti, tantissimi, per le vie di Santarcangelo fino all'estrema dimora, strin-gendola in un abbraccio intenso denso di commozione e incredulità. Sono giunti anche da fuori città a salutarla, dall'amata Valmarecchia, da Rimini, dai comuni del Rubicone, gli amici, i conoscenti, i compagni del suo par-tito. E hanno pianto accanto alla sua bara, nella sala alle-stita al pian terreno del palazzo municipale, che per otto lunghi anni è stato la sua seconda casa. Perché lei, Cristina Garattoni era stata Sindaco della città, una prima cittadina discreta e modesta, presente e pronta ad accogliere tutti e ascoltare le loro parole. Chissà a quan-ti di voi, che ora state leggendo, sarà capitato di presen-tarle una richiesta, chiederle un consiglio o un aiuto. Voi che avete varcato la soglia di quella porta rosa e ve la siete trovata di fronte rannicchiata su una poltrona più grande di lei, dietro al tavolo di cristallo coperto di fiori, circondata dalle piante. Un sorriso misurato vi avrà colto e un ascolto che poteva apparire distaccato, mentre si passava una mano tra i capelli, quasi a comunicare un recondito desiderio di tenerezza. Ma al di là di ciò che poteva sembrare distacco, in realtà c'era un atteggia-mento legato a una timidezza innata. Il suo era un ascol-to continuo, giorno dopo giorno, senza mai un accenno di stanchezza, con pochi rarissimi giorni di vacanza, una volta all'anno. La sua piccola vacanza quotidiana la tra-scorreva al bar, stando seduta sotto i portici a guardare la piazza, sorseggiando una bibita o un caffè. Chi di voi non l'ha vista almeno una volta? Un'altra vacanza, sep-pure accompagnata da non pochi grattacapi, era rappre-sentata dai giorni del Festival, quando la sera seguiva gli spettacoli spostandosi da una piazza all'altra, da una platea a un'altra e amava confrontarsi con gli artisti e il pubblico. Lo aveva fatto fin da ragazzina quando lavora-va per il Festival, poi quando lo seguiva come dipenden-te comunale, più tardi come Assessore alla cultura e infi-ne come Sindaco e Presidente del Consorzio per la gestione del Festival. E per non perdersi il XXVI Festival era tornata dalle ferie, in questa sua ultima estate. Quella sera al caffè era pronta a prendere la strada di uno spet-tacolo, dispiaciuta per essere mancata alla serata inau-gurale. Cristina, quella sera come tante altre, l'abbiamo vista in molti. Ancora adesso, passando, viene sponta-neo girare lo sguardo da quella parte, per vedere se c'è e farle un cenno. Il saluto vola comunque verso di lei, anche se il suo sguardo non può raccogliere il nostro e con i saluti c'è anche un grazie, un grandissimo affettuo-so ringraziamento per quel suo modo di stare in contatto coi muri e gli angoli del paese e con i problemi della gente. Nessuno può dimenticare la sua apprensione profonda e sincera tutte le volte che succedeva qualco-sa, specialmente nelle contrade, viste da lei sempre con attenzione affettuosa, e neppure il suo entusiasmo che poteva esplodere anche in una risata sonora, tutte le volte che qualcosa di bello accadeva a Santarcangelo. C'è chi la ricorda in un momento di festa per la città. "Quel giorno dell'esplosione d'acqua della fontana in Piazza Ganganelli, lei era più luminosa di quell'acqua". Ad affermarlo è Tonino Guerra, a cui tanto era legata e con il quale amava confrontarsi e dialogare. Accadeva di ritrovarli insieme in qualche angolo del centro storico, intenti a osservare un giardino o un albero fiorito e Cristina annuiva con un sorriso quando condivideva il suggerimento del poeta. E a proposito di alberi, non furo-no in pochi, i primi anni del suo mandato, a notare il suo arrivo. Comparvero fiori ai bordi della piazza rinnovata, nelle aiuole del centro e un giorno, verso il 20 di dicem-bre d'improvviso spiccò nella notte in cima alle contrade, nel centro storico, accanto alla vecchia porta dell'orolo-gio, un gigantesco albero di Natale. Qualcuno disse: "Si nota che c'è una donna a guidare la città". Lei in quelle contrade aveva vissuto sin da bambina, crescendo tra le mura scorticate della Rocca Maiatestiana, all'ombra della memoria più antica della città ed è lì che aveva imparato ad apprezzarne la storia, la cultura, la poesia, nascoste nelle voci silenziose delle sue pietre. E per la sua città ha ideato una delle iniziative più belle e più inte-ressanti che in tanti, da ogni parte, hanno copiato. E' la Banca del Tempo, che da lei è partita e grazie a lei si è realizzata con successo, per poi volare lontano e diffon-dersi. Ora per Cristina i giorni dell'affanno e delle batta-glie col tempo sono finiti. Ciò che non finisce sono l'affet-to e la stima, che crescono sempre più, ricordandola come un dolce Sindaco al femminile. Ricordandola come la ragazza dagli occhi grandi e profondi coi quali sorride-va, quando la sua riservatezza le impediva di esprimersi con le parole. Ricordandola come l'amica che sapeva amare con discrezione.

 

LA VITA PROFESSIONALE E POLITICA

 Cristina Garattoni è nata a San Justo, in Argentina, il primo novembre del 1952. Dopo una breve esperienza come insegnante nella scuola elementare di Stradone diventa responsabile dei Servizi Scolastici del Comune di Santarcangelo, incarico che lascia nel 1984 per svolgere l'attività di cronista del quotidiano l'Unità. Nel 1985 è elet-ta nel consiglio comunale di Santarcangelo e diventa Assessore alla Cultura e al Personale finché, il 21 novembre 1988, viene eletta Sindaco della città. Fino al 1994, in qualità di Sindaco, assume anche la Presidenza del Consorzio Festival Internazionale del Teatro in piaz-za. Nel gennaio '96 è nominata Presidente del Consiglio Provinciale di Rimini. Iscritta al PCI dal '78, dal 1979 riveste vari incarichi politici: segretaria della Sezione Gramsci, membro del Comitato e della Segreteria Comunale, dove rimane fino alla "svolta"; aderisce quindi al PDS entrando a far parte dell'Unione Comunale e del Comitato Federale del partito.

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pubblicato il 2021/07/09 13:40:00 GMT+2 ultima modifica 2021-07-10T08:23:53+02:00