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73° anniversario della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo, il discorso del sindaco Alice Parma

Buongiorno a tutti e grazie davvero di essere qui.

Vorrei cominciare con i ringraziamenti, che di solito si fanno alla fine, all’ANPI, a Werter Paesini, alle forze politiche e a tutti quelli che ci hanno dato una mano a organizzare la giornata di oggi.

E poi alle insegnanti che hanno accolto il nostro invito, e che oggi sono qui insieme a noi con la 5° E e la 3° E della scuola Pascucci.

Oggi la famiglia Giorgetti-Accettulli ci accoglie letteralmente a casa sua: per questo vorrei ringraziare più di tutti Giulio, la signora Enrica e gli altri familiari che insieme a noi ricordano oggi Luigi e Alfonso Giorgetti, due persone che hanno dato un contributo fondamentale alla lotta per la Liberazione di Santarcangelo.

Bambini, provate a chiudere gli occhi e immaginare questa bottega negli anni della seconda guerra mondiale. È la bottega di un fabbro, dove si dà forma al ferro.

Ma oltre al ferro in questo posto prendono forma anche delle idee. Un gruppo di uomini coraggiosi si incontra, di nascosto, perché non è contento della situazione che c’è in Italia e a Santarcangelo.

Vogliono essere liberi di esprimere il loro punto di vista, profondamente diverso da quello del fascismo, che governa l’Italia con il pugno di ferro della dittatura. Ma non possono farlo: la libertà di esprimere le proprie idee, anche solo di incontrarsi per discuterle insieme, è fortemente limitata.

Immaginatevi anche questa situazione: volete incontrarvi con i vostri amici e compagni di scuola per parlare di qualcosa che per voi è importante, che vi sta a cuore, ma vi è proibito farlo. Un po’ come se a scuola non aveste diritto di alzare la mano e prendere la parola.

Ecco perché questo posto è speciale. Perché in quegli anni difficili ha ospitato chi aveva idee diverse, ha dato respiro e spazio alla visione che dopo la guerra ha contribuito a creare l’Italia in cui viviamo oggi, che avrà tanti difetti ma grazie anche a quelle persone è un paese libero.

Ecco, se c’è qualcosa di ancora più speciale di questo luogo sono le persone che lo hanno reso unico. Oggi dedichiamo una targa a Luigi e Alfonso Giorgetti, antifascista e partigiano.

Il fatto di vedere un padre e un figlio insieme in una battaglia come la Resistenza mi ha fatto riflettere. Perché spesso la famiglia è il motivo per cui in circostanze del genere ci si tira indietro, timorosi delle ritorsioni e della vendetta con cui il nemico può colpire i tuoi cari.

Anche per questo coraggio, per questa scelta di una famiglia unita in una battaglia per il bene di tutta la comunità, dobbiamo essere grati a Luigi e Alfonso Giorgetti.

Perché la loro storia possa essere di esempio anche per noi, per essere uniti ai nostri cari anche nelle scelte più difficili, nei momenti più duri.

Grazie a Luigi, Alfonso, alla loro famiglia che ne porta avanti le idee e la memoria. E grazie a tutti voi.

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pubblicato il 2017/09/23 14:45:00 GMT+1 ultima modifica 2018-10-15T16:08:03+01:00