ASS.RE GARATTONI MARIA CRISTINA - NEO SINDACO
È un grande onore essere chiamata a ricoprire l'incarico di sindaco di questa città. Un Comune che anche io considero ricco e non di quella ricchezza che si misura attraverso i consumi, ma ricco per la sua storia, per il suo patrimonio ambientale, architettonico e monumentale, ricco per le energie umane e intellettuali. Un patrimonio che nel suo complesso rappresenta la leva fondamentale per la crescita di Santarcangelo, per quel futuro che siamo chiamati a costruire e che in questi anni abbiamo iniziato a costruire non rinchiudendoci all'interno dei confini comunali, bensì confrontandoci con i problemi ma anche con le potenzialità di un ambito territoriale più vasto.
Ritengo che il lavoro che ha impostato l'Amministrazione comunale, con la continuità di più legislature, sia consistente, importante e non solo per le opere realizzate o che verranno realizzate, ma soprattutto perché ha lavorato per costruire le direttrici dello sviluppo di Santarcangelo ritagliando un ruolo per la nostra città all'interno della città circondario intesa come sistema policentrico, come ambito sociale ed economico. In sostanza ci siamo interrogati sul futuro della nostra comunità, interrogativo ovviamente che non si è esaurito e che dobbiamo tenere sempre aperto in termini di attenzione, di confronto e di approfondimento alla luce delle complesse trasformazioni in atto nel paese che investono anche la nostra realtà e che richiedono una maggiore azione di governo, la capacità di muoversi sulla base di progetti in grado di mobilitare risorse pubbliche e private.
È in questa direzione che si lavorato e che continueremo a lavorare per riaffermare il ruolo che Santarcangelo ha già avuto nella storia, per la sua collocazione geografica che la destina a svolgere funzioni sovracomunali e quindi a rispondere a bisogni sovracomunali.
È per questo che nel porgere un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno affidato questo importante e impegnativo incarico, voglio rivolgere anche io un saluto e un ringraziamento al sindaco Giancarlo Zoffoli che in questi 8 anni ha guidato l'Amministrazione comunale. Un saluto carico di stima, di affetto e di amicizia con i migliori auguri per l'importante incarico appena assunto.
Un ringraziamento non tanto per l'intensa attività svolta che è un dovere, per chi assume un incarico amministrativo di questa natura e questo lo dico rivolta anche a me stessa, ma per l'impronta che ha dato al lavoro in questi anni difficili, ma anche appassionanti perché destinati a segnare la storia di Santarcangelo. Per aver aiutato gli amministratori di più giovane esperienza come sono io a crescere, per aver guidato l'Amministrazione nell'unica direzione, e mi riferisco all'impianto progettuale del lavoro che consente di guardare con più fiducia allo sviluppo economico e sociale di Santarcangelo - dicevo - nell'unica direzione in cui ci sentiamo oggi di esercitare la nostra dignità di amministratori mortificata invece nell'azione quotidiana, quella che si misura più direttamente con i problemi piccoli e grandi del paese, con i bisogni vecchi e nuovi dei cittadini, dai vincoli economi ci e legislativi che stanno strangolando gli Enti Locali.
Colleghe e colleghi consiglieri, proprio in questi giorni il Parlamento sta discutendo la manovra finanziaria del governo dalla quale dipendono le nostre sorti come Ente Locale e come cittadini. Ci auguriamo che il dibattito tenga conto delle istanze e delle proteste espresse cambiando radicalmente la proposta per la finanza locale perché se così non fosse ci ritroveremmo a fare i conti con un bilancio ancora più ingestibile di quanto lo sia oggi con gravi ripercussioni sui servizi e sulle tasche dei cittadini.
A fronte infatti di minori trasferimenti da parte dello Stato ci viene imposto il ritocco delle già pesanti tariffe dei servizi a domanda individuale portandoli alla percentuale del 60% dei costi per 1'89.
Questo significherebbe raddoppiare gli attuali costi dei servizi a carico degli utenti. Basti pensare, per fare un esempio, al costo dell'asilo nido e alle rette proibitive che dovrebbero pagare le famiglie che potrebbero arrivare anche fino a 700.000 lire al mese sulla base dei costi che un servizio come queste inevitabilmente comporta. Anziché servizi sociali ci troveremmo a gestire servizi d'elite riservati a pochi. Emendamenti a modifica di queste assurde proposte sono stati presentati e ci auguriamo che modifichino l'impostazione iniziale.
Occorre però anche dire che non bastano più correttivi ad un impianto che nella sostanza, nella filosofia rimane intatto, è quello con il quale abbiamo amministrato in questi anni in cui più profondo è diventato il divario tra i bisogni e le possibilità di risposta. Non si può in sostanza oltrepassare il ‘90 senza l'approvazione della riforma delle autonomie locali che ne rafforzi l'autogoverno liberandole da vincoli arcaici e deresponsabilizzanti.
La risposta ai problemi delle comunità locali deve essere trovata anche riformando il sistema elettorale, favorendo rinnovati canali di comunicazione fra società ed istituzioni.
Una riforma che deve affrontare il tema della finanza locale riconoscendo una reale autonomia impositiva che chiediamo già da quest'anno assieme alla garanzia dei necessari trasferimenti da parte dello Stato. Ci si risponde che occorre far fronte alla voragine del debito pubblico. Noi vogliamo confrontarci con il debito pubblico e lo abbiamo fatto facendoci carico di razionalizzare le spese, facendo pagare i servizi.
Ma crediamo anche che la via del risanamento non si persegue mortificando le capacità di spesa e di investimento degli Enti Locali, che hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo e con un aumento della pressione tributaria, ma bensì percorrendo l'unica strada possibile che è quella che hanno indicato le centinaia di migliaia di persone scese in piazza a Roma per chiedere con i sindacati la riforma del fisco che non è soltanto una questione di giustizia sociale, ma la condizione per risanare l'economia nazionale, incentivare l'occupazione.
Colleghe e colleghi consiglieri, mi sono soffermata su questo tema che dovrà anche essere oggetto di una apposita seduta perché le contraddizioni e i problemi posti dalle trasformazioni che hanno reso più complessa la società richiedono una rinnovata capacità di risposta delle istituzioni, governi locali forti e rappresentativi.
E questo è un terreno comune di confronto. Riguarda tanto la maggioranza quanto l'opposizione anche in questo Consiglio Comunale, se l'opposizione che concorre ad amministrare la città vuole confrontarsi realmente, vuole farsi interprete e non in modo strumentale dei problemi della città e della sua gente. I Comuni oggi più che mai sono chiamati a offrire servizi fondamentali alla collettività sia direttamente, sia attraverso l'iniziativa privata e il volontariato.
Ma sia l'attività di erogazione dei servizi sia quella di programmazione hanno bisogno di far leva oltre che su risorse certe, su amministrazioni agili e flessibili in grado di competere o di interagire con il mercato e con le sue regole.
In questi anni però non ci siamo rifugiati dietro i limiti e i vincoli che condizionano pesantemente l'attività amministrativa. Crediamo di avere fatto fino in fondo la nostra parte sia in direzione della crescita della città, sia puntando alla maggiore produttività e all'aumento dell'efficienza dell'apparato pubblico attraverso un processo di ristrutturazione che sta camminando per valorizzare il ruolo dei dipendenti e dei dirigenti essi stessi protagonisti di questa fase, per rendere più efficace il lavoro dell'Amministrazione comunale, per difendere, riformandoli, quei servizi sociali frutto di una stagione riformatrice, quella degli anni. '70, che ha costretto, in particolare sotto la spinta del movimento delle donne - bisogna dirlo - gli Enti Locali ed anche il nostro ad intervenire concretamente nella vita quotidiana dei singoli cittadini favorendo risposte collettive a bisogni sociali individuali, a diritti, diritti di cittadinanza, che richiedono oggi anche se la situazione conduce in tutt'altra direzione, un'altra stagione riformatrice.
I bisogni che esprimono oggi i cittadini, in particolare le donne, sono tutt'altro che risolti così, come quelli che esprimono gli anziani, le categorie cosiddette protette che nella realtà protette non sono, i giovani.
Bisogni vecchi e nuovi, ma è più giusto dire diritti con i quali dobbiamo fare i conti più di quanto siamo stati capaci di fare oggi anche in termini di conoscenza e di consapevolezza. E tra i diritti in primo piano va messo anche quello d'informazione alla conoscenza, alla partecipazione, attraverso strumenti che dobbiamo attivare in forma nuova (carta dei diritti ma anche referendum) per allargare le politica al di là dei partiti.
Dunque crescita della città e riforma dello stato sociale rappresentano i perni sui quali questa Giunta ha costruito il programma di lavoro.
Il cambio della responsabilità di sindaco avviene nella parte finale della legislatura, con una verifica che il Consiglio comunale ha concluso ormai da diversi mesi, nel corso della quale sono state tirate le somme dell'attività svolta, è stato messo a punto il programma di lavoro fino al '90, è stato definito il piano degli investimenti.
È il programma che concluderà il mandato. Voglio dire in sostanza che il cambio alla guida dell'Amministrazione comunale avviene nel segno della continuità per quanto riguarda gli impegni presi e non può essere diversamente visto che sono il frutto di un lavoro collegiale e la squadra pur nel cambio di responsabilità, rimane la stessa.
I programmi però strada facendo hanno bisogno di ulteriori approfondimenti di quei confronti necessari, nel Consiglio e nella città, a comprendere meglio e a far maturare i tanti tasselli che compongono quello che abbiamo definito il progetto Santarcangelo, frutto di una evoluzione della intuizione scaturita dalla conferenza economica dell' 84. E cioè che Santarcangelo, per la sua collocazione geografica è destinata a rispondere a funzioni sovracomunali, nelle attività commerciali, nel campo dei servizi e sopratutto si configura come il territorio nel quale è logico pensare allo sviluppo di tutte le attività collegate alla mobilità delle merci e alle funzioni terziarie superiori perché naturale punto di snodo delle diverse direttrici di traffico su ferro e su gomma, direttrici che metterebbero in comunicazione tra loro, integrandole, le diverse aree economiche della Romagna.
È quanto abbiamo indicato e offerto al dibattito istituzionale e politico, trovando in questi anni forti riscontri tanto che oggi che si delinea con più chiarezza quello che dovrebbe essere il polo terziario nella zona nord del circondario, ai confini tra Rimini e Santarcangelo, comprendendo anche come area di influenza Bellaria.
O almeno è più chiaro a noi, anche se ci rendiamo conto che è un processo da costruire e che non possiamo determinare se non cresce una consapevolezza superiore.
In ogni caso va sottolineato che non siamo disponibili a ragionare solo in termini di trasferimenti di funzioni da un posto all'altro, come potrebbe essere il solo trasferimento dello scalo merci, così come vogliamo avere un ruolo determinante per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale per quell'area di confine.
Questo perché siamo convinti dell'indissolubilità del biennio sviluppo-ambiente che tanto oggi sta costando in termini di risanamento e questo appare con evidenza sotto gli occhi nel riminese dove c’è in pericolo una intera economia per le condizioni del mare Adriatico che richiedono il corrispondente impegno dello Stato oltre quello già messo dagli Enti Locali dell'intero circondario ed in primo piano dal nostro.
Ma lo Stato anche in questa finanziaria si è dimenticato del mare Adriatico.
Nel ruolo e nelle funzioni sovracomunali abbiamo individuato il futuro economico di Santarcangelo, in grado di mobilitare risorse pubbliche e private commisurando le scelte e le realizzazioni nel campo dei servizi e delle attività terziarie, soprattutto nel settore del commercio guardando ad un bacino d'utenza che non sono i 17mila abitanti di Santarcangelo, ma i 40mila della Vallata. Gli indirizzi sono noti e li richiamo in sintesi: ristrutturazione del despecializzato con l'operazione Salci in via di realizzazione e ristrutturazione anche nel settore specializzato offrendo attraverso i progetti presentati sul centro storico, ma anche attraverso il nuovo piano commerciale, che in tempi brevi discuteremo, la possibilità agli imprenditori della città di rinnovarsi.
Non sto a riprendere tutti i progetti che sono stati illustrati in Consiglio comunale; alcuni sono stati approvati, alcuni trasformati in incarico per la progettazione definitiva, altri necessitano di ulteriori passaggi.
Voglio sottolineare soltanto due aspetti:
- innanzitutto sono l'espressione concreta di cosa intendiamo per rapporto pubblico e privato in cui il pubblico mette a disposizione obiettivi, idee, progetti e anche risorse purché vi sia un privato che risponda. Segnali di ripresa degli investimenti cominciano ad essere evidenti ma diciamo anche che ancora non sono sufficienti;
- l'altro aspetto è che sui progetti stessi che riguardano il centro storico occorrerà forse precisare meglio le priorità. Alcune sono già precisate e in fase avanzata come la Salci, piazza Ganganelli e l'altro complesso intervento che riguarda il primo stralcio del risanamento igienico della parte più alta del centro storico che comporterà anche un intervento di arredo urbano. Altre idee progettuali potrebbero avanzare se arriveranno chiari segnali da parte dei commercianti e mi riferisco alla zona del Combarbio. Altre idee progettuali tra quelle presentate dai progettisti incaricati dovranno slittare un po’ nel tempo, altre ancora pur offrendo qualche spunto interessante destano più perplessità per alcune proposte azzardate rispetto al centro storico che non vogliamo ingessare ma rispettandolo e tutelandolo per come ce l'ha consegnato la storia.
Ravvisiamo comunque nelle direzioni che ho ripreso le possibilità dello sviluppo di Santarcangelo che verrà ad avere anche una più forte valenza sotto il profilo turistico, argomento anche questo che a mio avviso richiede di essere messo a fuoco maggiormente, in modo concreto e realistico in relazione con il resto dell'entroterra della Valmarecchia.
In questa occasione ho sentito la necessità di riprendere alcuni temi, perché sono quelli che ritengo che il confronto in Consiglio dovrà approfondire senza richiamare tutta la nostra impostazione programmatica proprio perché nota, né ho ripreso le opere grandi e piccole in corso di realizzazione che riguardano sia il centro che le frazioni nei diversi settori dell'attività: dalla scuola alla cultura, dall'ambiente ai lavori pubblici, allo sport.
Ho toccato quegli aspetti del programma che più direttamente guardano al futuro sviluppo di Santarcangelo in quanto le altre componenti economiche sono più consolidate anche se non esenti da problemi: l'agricoltura, l'industria, l'artigianato.
È un impegno presente e futuro quello di operare affinché l'agricoltura si consolidi e sviluppi nel rispetto dei problemi ambientali che ci sono e riteniamo un prossimo strumento di nuovo confronto il dibattito che si aprirà a breve sul Parco Marecchia.
Nel settore industriale Santarcangelo non è esente da elementi di crisi che hanno investito e investono l'economia Italiana. A fronte di aziende che hanno e stanno investendo per un nuovo sviluppo industriale che si confronta con il problema della tutela dell'ambiente e in questo settore stanno trovando nuove possibilità di sviluppo ci troviamo anche di fronte a imprese, è il caso Natro Cellulosa che stiamo vivendo drammaticamente in queste ore, le cui direzioni non avendo operato quando era necessario ristrutturazioni e riconversioni oggi fanno pagare il prezzo delle loro responsabilità ai lavoratori e alla città per i riflessi occupazionali che la chiusura dello stabilimento comporterebbe.
Colleghi consiglieri, come ho già sottolineato il cambio avviene alla fine di una legislatura che ha determinato non solo i programmi ma anche i rapporti tra le forze politiche democratiche rappresentate in questo Consiglio.
Al di là comunque della diversa collocazione e pur correndo il tempo velocemente verso la scadenza del mandato che verrà rimesso in mano agli elettori, credo comunque che ci possano essere e vadano ricercate tutte le convergenze possibili e necessarie su questioni di particolare rilevanza per la città il cui interesse oltrepassa gli stretti ambiti delle logiche di schieramento e che richiedono invece sforzi convergenti.
Santarcangelo è all'interno di un sistema istituzionale in cui il quadro delle alleanze è più ampio e articolato di quanto non lo sia in questo Consiglio, e mi riferisco al Circondario, all’USL; quadro che non sottovalutiamo per quanto riguarda i rapporti con le forze che lo compongono in termini di dialogo e di collaborazione.
Ribadiamo anche però la centralità del Consiglio comunale nel cui ambito devono maturare le scelte della città nella convinzione che solo dalla dialettica sui problemi possono maturare le scelte più giuste.
Scelte e non le quisquiglie - se permette il consigliere Zangoli - anzi credo che nella misura in cui libereremo il Consiglio comunale dalle piccole cose ci possano essere le potenzialità, le possibilità di un reale ruolo di governo del Consiglio comunale.
Colleghi consiglieri, rinnovo il ringraziamento a coloro che mi hanno affidato questo incarico, per la possibilità che mi viene data di fare questa esperienza che anche io ritengo importante, unica; consapevole comunque, sopratutto per le circostanze in cui assumo la carica, che sindaco della città, di tutta la città, lo si diventa solo giorno per giorno, nel lavoro quotidiano. È quello che spero di diventare.
]]>di Rita Giannini
Ripubblichiamo l'articolo uscito su Tuttosantarcangelo del 1996 in ricordo di Cristina Garattoni a dieci anni dalla sua scomparsa.
Sono passati quattro mesi da quella sera di luglio in cui, in mezzo ai colori e ai suoni leggeri e festosi del teatro, che apriva con devozione i sipari sulla città, pronta ad accogliere il suo Festival, una ragazza minuta e riservata, dolce nello sguardo e nei gesti, ha avvertito un fremito. Seduta nel bar di Piazza Ganganelli, quel caffè che raccoglieva il suo oziare riflessivo e pacato, Cristina improvvisamente ha sentito forte su di sé l'arrivo del dolore. Un dolore fisico, insopportabile e atroce, che l'ha ferita nel corpo e nel pensiero. Di corsa l'arrivo in ospe-dale ma ogni sua resistenza alla malattia era ormai vinta. Dopo due giorni Cristina ha dato l'addio definitivo alla sua città e alla sua gente. E proprio la sua gente, i suoi concittadini l'hanno accompaganata in tanti, tantissimi, per le vie di Santarcangelo fino all'estrema dimora, strin-gendola in un abbraccio intenso denso di commozione e incredulità. Sono giunti anche da fuori città a salutarla, dall'amata Valmarecchia, da Rimini, dai comuni del Rubicone, gli amici, i conoscenti, i compagni del suo par-tito. E hanno pianto accanto alla sua bara, nella sala alle-stita al pian terreno del palazzo municipale, che per otto lunghi anni è stato la sua seconda casa. Perché lei, Cristina Garattoni era stata Sindaco della città, una prima cittadina discreta e modesta, presente e pronta ad accogliere tutti e ascoltare le loro parole. Chissà a quan-ti di voi, che ora state leggendo, sarà capitato di presen-tarle una richiesta, chiederle un consiglio o un aiuto. Voi che avete varcato la soglia di quella porta rosa e ve la siete trovata di fronte rannicchiata su una poltrona più grande di lei, dietro al tavolo di cristallo coperto di fiori, circondata dalle piante. Un sorriso misurato vi avrà colto e un ascolto che poteva apparire distaccato, mentre si passava una mano tra i capelli, quasi a comunicare un recondito desiderio di tenerezza. Ma al di là di ciò che poteva sembrare distacco, in realtà c'era un atteggia-mento legato a una timidezza innata. Il suo era un ascol-to continuo, giorno dopo giorno, senza mai un accenno di stanchezza, con pochi rarissimi giorni di vacanza, una volta all'anno. La sua piccola vacanza quotidiana la tra-scorreva al bar, stando seduta sotto i portici a guardare la piazza, sorseggiando una bibita o un caffè. Chi di voi non l'ha vista almeno una volta? Un'altra vacanza, sep-pure accompagnata da non pochi grattacapi, era rappre-sentata dai giorni del Festival, quando la sera seguiva gli spettacoli spostandosi da una piazza all'altra, da una platea a un'altra e amava confrontarsi con gli artisti e il pubblico. Lo aveva fatto fin da ragazzina quando lavora-va per il Festival, poi quando lo seguiva come dipenden-te comunale, più tardi come Assessore alla cultura e infi-ne come Sindaco e Presidente del Consorzio per la gestione del Festival. E per non perdersi il XXVI Festival era tornata dalle ferie, in questa sua ultima estate. Quella sera al caffè era pronta a prendere la strada di uno spet-tacolo, dispiaciuta per essere mancata alla serata inau-gurale. Cristina, quella sera come tante altre, l'abbiamo vista in molti. Ancora adesso, passando, viene sponta-neo girare lo sguardo da quella parte, per vedere se c'è e farle un cenno. Il saluto vola comunque verso di lei, anche se il suo sguardo non può raccogliere il nostro e con i saluti c'è anche un grazie, un grandissimo affettuo-so ringraziamento per quel suo modo di stare in contatto coi muri e gli angoli del paese e con i problemi della gente. Nessuno può dimenticare la sua apprensione profonda e sincera tutte le volte che succedeva qualco-sa, specialmente nelle contrade, viste da lei sempre con attenzione affettuosa, e neppure il suo entusiasmo che poteva esplodere anche in una risata sonora, tutte le volte che qualcosa di bello accadeva a Santarcangelo. C'è chi la ricorda in un momento di festa per la città. "Quel giorno dell'esplosione d'acqua della fontana in Piazza Ganganelli, lei era più luminosa di quell'acqua". Ad affermarlo è Tonino Guerra, a cui tanto era legata e con il quale amava confrontarsi e dialogare. Accadeva di ritrovarli insieme in qualche angolo del centro storico, intenti a osservare un giardino o un albero fiorito e Cristina annuiva con un sorriso quando condivideva il suggerimento del poeta. E a proposito di alberi, non furo-no in pochi, i primi anni del suo mandato, a notare il suo arrivo. Comparvero fiori ai bordi della piazza rinnovata, nelle aiuole del centro e un giorno, verso il 20 di dicem-bre d'improvviso spiccò nella notte in cima alle contrade, nel centro storico, accanto alla vecchia porta dell'orolo-gio, un gigantesco albero di Natale. Qualcuno disse: "Si nota che c'è una donna a guidare la città". Lei in quelle contrade aveva vissuto sin da bambina, crescendo tra le mura scorticate della Rocca Maiatestiana, all'ombra della memoria più antica della città ed è lì che aveva imparato ad apprezzarne la storia, la cultura, la poesia, nascoste nelle voci silenziose delle sue pietre. E per la sua città ha ideato una delle iniziative più belle e più inte-ressanti che in tanti, da ogni parte, hanno copiato. E' la Banca del Tempo, che da lei è partita e grazie a lei si è realizzata con successo, per poi volare lontano e diffon-dersi. Ora per Cristina i giorni dell'affanno e delle batta-glie col tempo sono finiti. Ciò che non finisce sono l'affet-to e la stima, che crescono sempre più, ricordandola come un dolce Sindaco al femminile. Ricordandola come la ragazza dagli occhi grandi e profondi coi quali sorride-va, quando la sua riservatezza le impediva di esprimersi con le parole. Ricordandola come l'amica che sapeva amare con discrezione.
LA VITA PROFESSIONALE E POLITICA
Cristina Garattoni è nata a San Justo, in Argentina, il primo novembre del 1952. Dopo una breve esperienza come insegnante nella scuola elementare di Stradone diventa responsabile dei Servizi Scolastici del Comune di Santarcangelo, incarico che lascia nel 1984 per svolgere l'attività di cronista del quotidiano l'Unità. Nel 1985 è elet-ta nel consiglio comunale di Santarcangelo e diventa Assessore alla Cultura e al Personale finché, il 21 novembre 1988, viene eletta Sindaco della città. Fino al 1994, in qualità di Sindaco, assume anche la Presidenza del Consorzio Festival Internazionale del Teatro in piaz-za. Nel gennaio '96 è nominata Presidente del Consiglio Provinciale di Rimini. Iscritta al PCI dal '78, dal 1979 riveste vari incarichi politici: segretaria della Sezione Gramsci, membro del Comitato e della Segreteria Comunale, dove rimane fino alla "svolta"; aderisce quindi al PDS entrando a far parte dell'Unione Comunale e del Comitato Federale del partito.
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