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75° anniversario della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo

Il discorso della sindaca Alice Parma

Buongiorno a tutti e grazie per la vostra partecipazione.

Quest’anno arriviamo a celebrare un anniversario particolarmente importante – il 75° della Liberazione di Santarcangelo dal nazifascismo – reduci da un’edizione del Cantiere poetico senza precedenti.

Mi riferisco a questo evento appena concluso perché, proprio in quella occasione, a ognuno di noi è stato chiesto di “adottare” una parola a cui tenesse particolarmente.

Io personalmente ho scelto la parola “Resistenza”, il che vi fa capire abbastanza facilmente quanto sia contenta di trovarmi qui a ricordare i tre quarti di secolo da quella data cruciale.

Ma c’è un’altra parola che mi è rimasta dentro dai giorni del Cantiere. Quella scelta dalla poetessa Annalisa Teodorani, che queste contrade le vive tutti i giorni come tanti di voi oggi o nel passato, e che con i suoi versi ha dato voce a queste pietre, vita a questi muri.

Quest’anno Annalisa è diventata sindaca della Città della Poesia, raccogliendo il testimone di un altro grande protagonista della storia e della cultura santarcangiolese: Gianni Fucci.

Ecco, proprio in un anno importante e “di passaggio” come questo, Annalisa ha scelto la parola “tenére”, nella doppia accezione di “portare, stringere” e di “avere cura”.

Una parola importante, a cui spesso anch’io faccio ricorso – come ad esempio nel saluto di fine anno dello scorso dicembre – per raccontare Santarcangelo e la sua gente.

Nel contesto di una comunità che ci tiene e si tiene, la famiglia Franceschi si distingue da oltre un secolo, ovvero ben prima delle vicende che siamo qui oggi a ricordare.

Come dimenticare che a Santarcangelo esiste e opera una fondazione intitolata proprio alla famiglia Francolini-Franceschi, che ogni anno eroga borse di studio a studenti bisognosi e meritevoli?

Come dimenticare che già negli anni precedenti la Grande Guerra, Ruggero Franceschi si distingueva nell’impegno per la sua città, da figlio di patrioti del Risorgimento divenuto poi consigliere, assessore e sindaco?

Come dimenticare sua moglie Emma Francolini, che diede vita alla fondazione loro intitolata, beneficiandola con un’eredità destinata a sostenere generazioni e generazioni di giovani santarcangiolesi?

Ecco, tutto questo dimostra come la famiglia Franceschi “tenesse” a Santarcangelo ben prima dei drammatici avvenimenti che portarono all’avvento del fascismo, alla Seconda Guerra Mondiale e alla Resistenza.

In seno a questa famiglia di grandi tradizioni santarcangiolesi si inserisce dunque la figura di Virgilio, che prima Giusi e poi il figlio Fabio vi racconteranno sicuramente meglio di me.

Quello che vorrei sottolineare, ancora una volta, è il coraggio di chi ha saputo rimboccarsi le maniche nel momento del bisogno, mettendo a repentaglio sé stesso e la propria famiglia per fare ciò che era giusto.

Virgilio Franceschi fu presidente del Comitato di liberazione nazionale di Santarcangelo – che in base a recenti studi storici pare essere stato il primo d’Italia – coordinando l’azione di partigiani e antifascisti durante la Resistenza.

Insieme agli altri componenti del CLN – che comprendeva tutte le forze politiche antifasciste – nominò poi il “Sindaco della Liberazione” Guido Talacci, dando inizio al cammino della ricostruzione e della democrazia.

È bello pensare che una famiglia così radicata nel territorio locale abbia contribuito in modo così determinante, attraverso la persona di Virgilio, a decidere positivamente le sorti di Santarcangelo.

Ed è altrettanto bello pensare a quello che ci insegna questa storia. Non che per fare la propria parte bisogna essere per forza santarcangiolesi da tre, dieci o venti generazioni.

Ma che esempi come quello della famiglia Franceschi, e in questo caso di Virgilio, valgono per tutti coloro che portano Santarcangelo nel cuore, che siano nati qui o arrivati ieri l’altro.

Avere basi solide è un requisito fondamentale per proiettarsi verso il futuro, consapevoli della direzione dove si vuole andare e aperti nei confronti del mondo senza avere paura di perdersi.

Noi oggi ricordiamo il passato, ma con il pensiero rivolto al futuro. Per questo l’invito alle scuole, per questo il progetto dedicato a loro – “Memoria dei luoghi, memoria delle voci” – che ogni anno cresce un po’ di più.

Perché esempi come quello di Virgilio Franceschi non siano mai dimenticati. Grazie.