Sezioni

Inaugurata la lapide commemorativa alla casa di Giuliana Rocchi nelle contrade

La sindaca Alice Parma: “Grati per la sua eredità poetica e di vita”

Si è svolta questa mattina (venerdì 28 aprile) l’inaugurazione della lapide commemorativa presso la casa in cui visse Giuliana Rocchi, in via della Cella 19: alla presenza di un gruppo di persone attente e partecipi, insieme ai familiari e alla sindaca Alice Parma, la poetessa delle contrade è stata ricordata una cerimonia semplice ma molto sentita.

In apertura della commemorazione, la sindaca Parma ha ripercorso brevemente la vita di Giuliana Rocchi, ricordando non solo la sua opera poetica ma anche la partecipazione alle battaglie sindacali contro la chiusura della corderia di Santarcangelo nel 1964: due istanze di emancipazione profondamente connesse, come spiega Rina Macrelli nell’introduzione alla raccolta di poesie “La vita di una donna”. “La poesia di Giuliana Rocchi è un mondo, come lo è stata la sua vita – ha concluso il suo intervento la sindaca – per questo siamo qui a ricordarla tutti insieme, grati per l’eredità che ci ha lasciato con i suoi versi e la sua esistenza”.

Il consigliere Tiziano Corbelli ha ricordato la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale il 22 febbraio dello scorso anno – in occasione del centenario della nascita della poetessa – all’origine dell’iniziativa che si è svolta questa mattina. La cerimonia si è conclusa con la lettura di alcuni dei versi più significativi di Giuliana Rocchi da parte della poetessa Germana Borgini, non prima della scopertura la lapide posata sopra il portone della casa di via della Cella 19, che recita: “Qui visse Giuliana Rocchi, prima voce femminile nel coro dei poeti santarcangiolesi. La Città di Santarcangelo di Romagna la ricorda nel centenario della sua nascita, 16 aprile 2022”.

Giuliana Rocchi (Santarcangelo, 16 aprile 1922 – Rimini, 20 marzo 1996) – Di umili origini, nella sua vita Giuliana Rocchi ha svolto i lavori più duri: bracciante, domestica, spigolatrice e operaia. Inizia a scrivere poesie nel 1964, raccogliendo la tradizione familiare – il padre era cantastorie – quella popolare della Romagna e l’attitudine alla parola parlata delle persone con cui è cresciuta. Nel 1973 incontra Rina Macrelli, che sarà fondamentale nella valorizzazione della sua sensibilità poetica e nella diffusione della sua opera, definita da Tullio De Mauro “un’esperienza straordinaria” nel grande convegno sulla poesia dialettale dello stesso anno a Santarcangelo. Le sue poesie sono raccolte nei volumi “La vóita d'una dòna” (1980-81) e “La Madòna di Garzéun” (1986) a cura di Rina Macrelli, nonché “Le parole nel cartoccio” (1998) a cura di Rita Giannini. Nel 2016, a vent’anni dalla scomparsa, le è stata dedicata la seconda edizione del “Cantiere poetico”, in occasione della quale il writer Eron ha realizzato sulla parete esterna del Supercinema un murale intitolato proprio “Giuliana”. Negli ultimi anni anche la poetessa delle contrade è stata tra i protagonisti delle luminarie poetiche natalizie e delle installazioni del progetto “L’era un béus. Poeti alle finestre”.

Azioni sul documento

pubblicato il 2023/04/28 13:55:00 GMT+2 ultima modifica 2023-04-28T14:19:57+02:00