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Sprigionati - Pillola Storica 1

Le nuove Carceri a Santarcangelo, da granaio a carcere

L’iniziativa di costruire le nuove Carceri Governative a Santarcangelo, all’interno del complesso di edifici posto lungo le mura di epoca malatestiana e sovrastante lo Sferisterio, risale ai primi anni della Restaurazione pontificia, ovvero dopo il ritorno della comunità sotto lo Stato della Chiesa nel 1815.

La fonte principale per ricostruire le vicende che portarono alla fondazione delle Carceri è costituita dall’Archivio storico comunale di Santarcangelo, depositato presso la Biblioteca “Baldini”.

Il fabbricato, ubicato in via Massani ai civici 5-7-9 nella parte alta del centro storico, si compone di due corpi principali distinti: uno più grande rettangolare, a tre piani; l’altro a due piani a forma di torricino poligonale, con nove lati. Essi sono collegati tra di loro da una piccola porzione a due piani del primo corpo.

Più nello specifico, le circostanze che determinarono questa scelta sono da ricondurre al mutamento di legislazione conseguente al ritorno del Comune clementino sotto la dominazione papale: una circolare della Legazione di Forlì del 1818 prescriveva infatti che le spese per la gestione e manutenzione delle carceri governative non fossero più a carico dei comuni, bensì dello Stato. Tuttavia gli stessi comuni rimanevano obbligati a fornire i locali «ad uso dei carcerati», quantunque di loro proprietà.

Questa disposizione non venne evidentemente ben accolta dal Gonfaloniere (il sindaco di allora) poiché è documentata una disputa con il Cardinale Legato relativa alla pretesa di riscossione del fitto per i locali del fabbricato, che al tempo era appunto di proprietà comunale e adibito a “magazzino dell’annona”, in pratica un granaio.

Per la cronaca il Governo Pontificio si rifiutò di corrispondere il fitto o comunque di reintegrare il valore dei locali, adducendo come giustificazione proprio il fatto che il Comune veniva sgravato delle relative spese.

E proprio da una lettera del Gonfaloniere si evince il momento esatto in cui il complesso venne convertito a carcere: nel 1818 tale Adriano Cofani aveva sottoscritto un contratto d’affitto triennale per l’uso del magazzino, senonché il 31 agosto 1820 venne privato dello stesso in quanto «l’appaltatore delle nuove Carceri lo occupò per fondervi le stesse». Così con atto approvato dalla Legazione venne disposto «che non fosse rinnovato l’affitto del magazzeno annonario e dell’annesso torricino, perché questi due locali erano stati presi dal Governo, onde costruirvi le nuove carceri».

Fu così che il complesso di edifici situato lungo le mura malatestiane nel centro storico di Santarcangelo, appena al di sotto della Rocca, fu adibito a carcere nel 1820.

Le prigioni cittadine erano già presenti all’interno del perimetro urbano sicuramente almeno dalla metà del 18° secolo, stando a quanto riportato da Elia Gallavotti nel suo “Giornale di notizie”: nel 1765 infatti il consiglio cittadino aveva autorizzato il Capitano Luigi Giangi ad eseguire dei lavori «sopra il Torricino sulla mura castellana fra le Carceri Governative e la Collegiata». Non è chiaro se si tratti dello stesso torricino, tuttavia nei documenti conservati nell’Archivio comunale si parla della costruzione delle «nuove Carceri».

Occorsero comunque alcuni anni, prima che le Carceri fossero completate: l’introduzione di una cappella per le funzioni religiose, infatti, rese necessario eseguire dei lavori per l’abitazione del custode. Così si legge in una lettera del Gonfaloniere Biagio Sapigni datata 1824 e indirizzata al locale Governatore: «Non si ha dubbio che per aggiungere a queste carceri i comodi necessari di cui ancora abbisognano, non si trova migliore e più economico espediente di quello di occupare l’attiguo torricino, acquistando così il modo di porre la cappella in luogo decente, di fare al custode dei detenuti una congrua abitazione e più di levare le comuni latrine da dove ora danneggia il grande muro esteriore delle prigioni. Eseguendo i proposti lavori le carceri non avranno più difetti…».

Fonte: Archivio storico comunale di Santarcangelo di Romagna, Biblioteca “Antonio Baldini”

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